Spuncio, spuncetto, spuncione, spunciotto… ma cos’è?
Il termine deriva dal dialetto veneto “spunciar”, letteralmente “pungere”, qua inteso come “bucare con lo stuzzicadenti”, così da portare alla bocca senza bisogno di posate, perché cussì se magnava en ostaria!
La tradizione dello spuncio inizia proprio da qui, per accompagnare le “ombre” (bicchieri di vino) che i veneti, si sa, tendono a bere a qualsiasi ora del giorno e della notte… Così le osterie cominciarono a preparare qualche stuzzichino poco impegnativo, che si potesse mangiare anche senza piatti e posate, per mitigare gli effetti del vino bevuto a stomaco vuoto e, perché no, per arricchirne il sapore.
Nel tempo la tradizione degli spunciotti a Padova è diventata una vera e propria peculiarità gastronomica, salvo poi perdere di smalto negli ultimi venti-trent’anni. Forse per il brulicare dei tanti bar con tramezzini, forse per l’avvento dei pub negli anni ottanta, forse per la trasformazione di tante osterie in veri e propri ristoranti: fatto sta che quando abbiamo deciso di aprire A banda del Buso non era più così facile sentirsi proporre qualcosa di diverso da patatine o – al massimo – pizzette surgelate.
Ma le esigenze da cui è nato lo spuncio non sono affatto cambiate!
Consci di ciò, noi de A banda del Buso abbiamo voluto tenere in vita la tradizione, farci portavoce dello spirito della Padova di una volta e dare a tutti la possibilità di riscoprire questa nostra tipicità: dalle mitiche polpette da osteria, alla mozzarella in carrozza con l’acciuga, e insomma a tutto quello che la fantasia della cucina saprà produrre ogni giorno, con ingredienti semplici, nostrani e sempre freschi.